L’annuncio di un possibile “mini condono edilizio”, come evidenziato dall’intervento del Ministro delle Infrastrutture, che si è tenuto ieri, rappresenta un tema di notevole interesse e comporta implicazioni dirette sul tessuto urbano e sulla regolamentazione delle costruzioni.
La misura, attualmente allo studio del Ministero, mira a sanare specifiche irregolarità all’interno delle abitazioni, delineando un quadro riformato delle norme applicabili ai lavori edili minori (per esempio la realizzazione di tramezzi, la creazione di soppalchi, e l’installazione di nuove finestre).
La sfida di garantire la sicurezza e la conformità delle costruzioni
Questa iniziativa normativa, anticipata dal Ministro Salvini, evidenzia un’attenzione particolare verso le esigenze abitative dei cittadini e la volontà di regolarizzare situazioni edilizie comuni, ma non conformi alla normativa vigente. La natura del provvedimento, che si preannuncia essere un decreto-legge, sottolinea l’urgenza e l’importanza attribuita alla questione. Ovviamente la sua ufficializzazione richiede preliminarmente l’approvazione di Palazzo Chigi.
L’intervento normativo riguarda solo il tema delle “piccole difformità“, come ha precisato la Premier Meloni. Questo approccio pragmatico evidenzia un tentativo di bilanciare le necessità di conformità legale con quelle di flessibilità abitativa, riconoscendo l’esistenza di modifiche minori realizzate all’interno delle abitazioni che, pur non rispettando integralmente la normativa vigente, non compromettono la sicurezza né l’estetica dell’edificio.
Dal punto di vista tecnico-giuridico, il condono edilizio si inserisce in un contesto normativo complesso, richiamando la necessità di una riflessione approfondita sui criteri di ammissibilità delle sanatorie e sui limiti entro cui queste possono essere concesse.
Le principali tipologie di difformità edilizie
In questa tabella cerchiamo di riassumere le casistiche che potrebbero rientrare nella possibile sanatoria:
Tipo di Difformità | Descrizione |
Difformità edilizie interne | È il caso più frequente: si compra una casa e poi si scopre che sulla base di una planimetria non vi è una stretta corrispondenza allo stato effettivo dell’organizzazione degli spazi interni. In questi casi, con il nuovo pacchetto di norma, diventerebbe possibile regolarizzarla, purché non vengano lesi interessi di terzi. Quindi: muri spostati, soppalchi o finestre diversamente posizionate ma anche tolleranze costruttive per riparametrare limiti su altezza, distacchi, cubatura, superficie, ecc., in base alle dimensioni dell’unità immobiliare, potranno essere “sanate”. |
Le case d’epoca | In merito all’acquisto di immobili costruiti prima degli anni ’60, con mancanza di documentazione sullo stato legittimo sarà prevista la possibilità di una regolarizzazione. |
La doppia conformità | Attualmente, in base alle normative vigenti, per sanare costruzioni senza permessi o in difformità è necessaria la conformità sia alle regole del tempo di realizzazione che a quelle della richiesta di sanatoria. Infatti, solo con la doppia conformità si consente il rilascio della Scia o del permesso in sanatoria; diversamente, l’abuso, di qualunque tipo, resta insanabile. Si propone di eliminare questo doppio requisito, accettando la conformità in uno dei due momenti, al fine di agevolare e velocizzare la regolarizzazione. |
Le tolleranze | Le variazioni entro il 2% rispetto al titolo edilizio sono attualmente considerate legittime. Si valuta di innalzare questo limite al 5% per immobili più vecchi, ad esempio costruiti prima del 1985, per adeguarsi a realtà costruttive meno precise. |
Lo stato legittimo | Per immobili realizzati prima del 1967 (con possibili estensioni a date precedenti), quando non erano previsti i titoli edilizi, lo stato di fatto potrebbe essere riconosciuto come stato legittimo, permettendo la sanatoria di piccole irregolarità senza condonare abusi. |
I prossimi passi
Le misure allo studio dal Governo volte ad implementare la cosiddetta “pace edilizia” fanno parte di un più ampio pacchetto di normative rivolte al miglioramento del contesto abitativo e della gestione del territorio.
Il piano prevede l’introduzione di un decreto-legge infrastrutture, atteso in tempi brevi, che incorporerà misure specifiche per la casa, puntando a semplificare e accelerare i processi di rinnovamento e costruzione edilizia. L’obiettivo è rendere più efficiente il settore, facilitando gli interventi di ristrutturazione e costruzione e, al contempo, garantire una gestione più sostenibile ed equilibrata del territorio.
Parallelamente, il Ministero ha in cantiere un progetto di riforma di più ampia portata che si concretizzerà, molto probabilmente, in una legge delega. Tale iniziativa mira a un riordino complessivo del Testo unico dell’edilizia (DPR 380/2001), una normativa che regola in modo organico la materia edilizia in Italia, e a una revisione della legge urbanistica. Questo passaggio rappresenta un tentativo di aggiornare e rendere più coerente il quadro normativo, in risposta alle mutate esigenze sociali, economiche e ambientali.
Attraverso queste misure, il governo si propone di facilitare l’accesso alle procedure edilizie per cittadini e imprese, promuovendo al contempo un’urbanistica più moderna e sostenibile, che tenga conto delle sfide attuali, come la necessità di rigenerazione urbana e la transizione energetica.